mercoledì 6 luglio 2011

Un gran parco-giochi

La psiche, secondo Winnicott, costituisce un gran parco-giochi. Il gioco del nascondino è la metafora più conosciuta che Winnicott usa per riferirsi alla dialettica che sta alla base dell‟esistenza umana; rappresenta la combinazione tra desiderio di essere trovati e desiderio di non essere mai scoperti.
Quando Winnicott scrive del paradosso dell‟artista, afferma che da una parte non esiste un‟artista che non sia motivato dal desiderio di comunicare la sua interiorità al mondo esterno ed essere compreso, dall‟altra, egli dice, non c‟è artista che sia pronto a mettere la propria firma sulla possibilità di essere decifrato fino in fondo (Winnicott, 1963). Non solo la vita di un‟artista, ma la vita come tale costituisce il movimento ricorrente e perenne che sta in bilico tra lo sforzo di tenere nascosto agli occhi altrui il nostro nucleo più intimo, e il desiderio di essere conosciuti, compresi e visibili. Egli scrive: ?E‟ un piacere nascondersi, ma è una catastrofe non essere trovati?.

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