domenica 10 luglio 2011

Oralità e Scrittura

    De Mauro assimila l’atteggiamento polemico di Socrate e Platone

Il rapporto

tra oralità e scrittura è stato spesso presentato sotto la forma

di un prima e di un poi, attribuendo alle tradizioni orali

caratteristiche di arcaicità e ingenuità primitiva: di inferiorità

rispetto alla scrittura, ma anche di maggiore autenticità. Inoltre

le differenze tra codice orale e scritto sono state a lungo sottovalutate,

e solo in epoca recente l’oralità si è trasformata, da

materia di studio dell’antropologia e delle tradizioni popolari,

in oggetto d’interesse per linguisti e critici letterari.

Già Saussure, rimproverava alla scrittura di «offuscare» la

visione della lingua, tanto da farlo parlare di «tirannia della lettera

»: la parola scritta tende a sostituirsi nei nostri pensieri alla

parola parlata, assurgendo al ruolo di modello incontestabile.

Ma la contrapposizione tra uso scritto e parlato dei segni

linguistici è più antica.

nei confronti della scrittura, a quello della maggioranza

dei linguisti, che finora hanno sottolineato la secondarietà dell’uso

scritto rispetto al discorso parlato; inoltre rimprovera ai

sostenitori dell’equipollenza teorica di oralità e scrittura, di



3: cioè il suo significato è determinato solo quando è inserito4 ha letto l’introduzione della5
Dopo Wittgenstein, non
possiamo più ignorare che «il segno linguistico ‘è vivente nell’uso’
»
in una concreta e particolare situazione extralinguistica,
e – aggiungiamo noi – anche in base alle diverse modalità della
sua realizzazione, scritte, o parlate.
In questa prospettiva Mc Luhan
scrittura in una società, come il fattore scatenante di una
profonda trasformazione di ordine mentale, economico e istituzionale,
a cui ne seguono altre introdotte dalla diffusione della
stampa e dei media. Forte di questa lezione, Walter Ong
ha contribuito a sfatare il pregiudizio per cui determinati tratti
del pensiero, dell’espressione letteraria, filosofica, scientifica
e della comunicazione orale tra alfabetizzati, vengono considerati
come una qualità naturale dell’essere umano, mentre derivano
dalle risorse che la tecnologia della scrittura mette a disposizione
della coscienza umana.

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