Storicamente Freud (1900) fu il primo a concettualizzare il sogno come "un modo di pensare" e molti teorici psicoanalisti, inclusi Jung (1974), Bion (1962), Meltzer (1983), Kohut (1983) e Ogden (1996), hanno seguito le sue orme, considerando il sognare come un meccanismo di coping.
Sembra che ci sia un generale consenso teorico rispetto al fatto che il sogno sia sognato al fine di lavorare con le difficoltà emotive nella mente del sognatore. Sognare è un processo intrapsichico che aiuta il sognatore a far fronte a contenuti mentali che nella vita quotidiana possono essere vissuti come troppo minacciosi o eccitanti. In quanto a ciò, Freud (1900) postulò, i sogni possono fornire la "strada maestra" per la conoscenza dell'inconscio del sognatore. A partire da Freud, generazioni di terapeuti si sono impegnati nel decifrare i geroglifici del sogno e i segreti nascosti sotto il suo contenuto manifesto, e molti considerano la rivelazione di questi segreti il modo più vicino per arrivare al vero sé del sognatore. contenuto del sogno per aiutare a lavorare attraverso le emozioni non digerite e le dinamiche non trasformate. dreamtelling una <<Richiesta di contenimento>> (Friedman, 2000). Se la fase del sogno si rivela insufficiente a risolvere le tensioni interne, può essere seguito da un‟altra - ora interpersonale - possibilità di elaborare qualcosa lasciata non contenuta nel sogno. Un presupposto affinchè ciò avvenga è che il sognatore trovi un partner "elaboratore", che accolga la richiesta e che sia capace di uno sforzo ulteriore di contenimento. La seconda funzione intersoggettiva del racconto dei sogni è quella di influenzare significativamente (di solito inconsciamente) il rapporto con l'ascoltatore (Friedman, 2004). Il racconto dei sogni ha un forte impatto sui processi interpersonali, come sarà illustrato in seguito. Limitare la nostra attenzione come terapeuti di gruppo esclusivamente al contenuto del sogno ed al mondo interno del sognatore può risultare sia riduttivo sia una semplificazione eccessiva rispetto ai complessi processi interpersonali riscontrati nel racconto dei sogni.
Le tre funzioni dei sogni: informativa, formativa e trasformativa
dreamtelling, clinicamente il lavorare con i sogni può essere compreso da tre prospettive: l‟analisi dei sogni per valutare o diagnosticare una persona o un gruppo – la funzione informativa; rafforzare l'Io del sognatore o la struttura del sé, o , analogamente, per potenziare le capacità di lavoro del gruppo – la funzione formativa; comprendere il dreamtelling come una comunicazione potente interpersonale che cambia i rapporti con il pubblico del sogno - l'uso trasformativo. Il primo, la prospettiva informativa, è l'approccio classico per esplorare e interpretare il contenuto e le strutture del sogno per aumentare la consapevolezza o ampliare la conoscenza sul sognatore e il suo mondo interno. Un sogno riportato nella terapia di gruppo può illuminare le profondità finora sconosciute rispetto all‟essenza della persona e anche del gruppo. Il secondo, la prospettiva formativa del sogno riportato, ha la funzione di rafforzare terapeuticamente la capacità di elaborazione del sognatore, in particolare quando la regressione e il trauma minacciano di frammentare il sé. Questo approccio non interpretativo risulta utile anche per trattare le personalità immature in via di sviluppo evidenti nei sogni dei bambini. Infine, il terzo aspetto trasformativo implica che il dreamtelling possa veicolare i desideri di influenzare gli interlocutori in un modo particolare. Il terapeuta deve assistere a tutte e tre le dimensioni e dovrebbe essere consapevole della complessità di un tale sforzo per tutti i partecipanti del gruppo. Oltre alla differenziazione tra sogno e
Nel contesto della terapia un sogno è anche considerato la "via regale" per comprendere i desideri latenti e i conflitti anche del gruppo, inteso come un unico insieme, e quindi di tutti i partecipanti oltre al sognatore.
A differenza del sognare, che è considerato principalmente come una funzione intrapsichica ed autonoma, il dreamtelling è sempre un avvenimento interpersonale che deriva da una scelta inconscia di condividere le informazioni mascherate o vaghe.
Il racconto dei sogni solleva interrogativi interessanti rispetto a chi raccontiamo un sogno e perché, ovvero rispetto a ciò che consciamente e inconsciamente ci aspettiamo e vogliamo dagli altri nel raccontare il sogno. Sebbene durante l‟attività onirica solo il proprio io sia disposto a contenere il sogno, nel racconto dei sogni l'interlocutore può aiutare a contenere il sogno. Il destinatario può elaborare il
Sognare può essere considerato la fase intrapsichica di elaborazione di eccesso emotivo, mentre il dreamtelling può essere intesa come una fase complementare interpersonale, al fine di digerire ulteriormente l'elaborazione incompiuta di tensione emotiva prima affrontata durante il sogno. Io chiamo questa funzione del
Tratto da
Raccontare i sogni come richiesta di contenimento: tre usi del sogno in terapia di gruppo
di Robi Friedman
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