Peldicenere.
Beh, me l'ha detto mia nonna che ai vecchi tempi
si poteva avere una pecora per madre. Avere
una pecora nera è una bella fortuna. Un vedovo
si risposò e sua figlia, Peldicenere, era infelice. Stava
piangendo tutta sola quando la pecora nera che
stava sepolta sotto una pietra nel campo le venne
vicino e le disse: Non piangere, vai dietro la pietra
e ci troverai una canna e se per tre volte batti la
pietra con la canna ti darà tutto quello che vuoi. Lei
fece come le era stato detto.
Voleva andare al ballo. La canna le donò vestito e
carrozza, ma doveva tornare entro mezzanotte o
l'incantesimo sarebbe finito, e ogni dono svanito.
Le sorellastre non la potevano soffrire, era talmente
bellina, e la matrigna le faceva fare una vitaccia
infernale.
Era bellissima. Al ballo il principe si innamorò di
lei, e lei si scordò di tornare in tempo. Fuggendo
di gran corsa, perse una scarpina di seta, e il
principe andò e mandò per tutto il paese, alla ricerca
della fanciulla a cui andasse bene. Quando arrivò
a casa di Peldicenere non la vide. Le sorellastre
erano occupatissime a smozzicarsi e tagliuzzarsi i
piedi per riuscire a infilarsi la scarpina di seta, perché
il figlio del re aveva dichiarato che amava così
tanto quella fanciulla da voler sposare colei a
cui la scarpetta fosse andata bene.
Le sorellastre avevano mandato via Peldicenere perché
non si mettesse in mezzo, e le avevano ordinato
di badare alle mucche. A furia di tagliarsi i
piedi una delle due riuscì a strizzarsi nella scarpetta.
Ma era un'agonia bella e buona, ve lo
assicuro.
E così partirono insieme: ma quando passarono
accanto al campo, la voce della pecora defunta gridò
al principe di fermarsi, e poi disse così, disse
proprio così:
Un piede smozzicato, un piede tagliuzzato
nella carrozza del re ha trovato posto,
ma un piedino grazioso e delicato
laggiù tra la mandria è nascosto.
E lui tornò indietro e la trovò fra le mucche, e la
sposò, e se loro vivono felici e contenti, noi non
siamo da meno. 
 
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